i bambini sanno molte cose che noi grandi forse ci siamo dimenticati.

Una solita giornata come tutte, quando a casa è arrivata una lettera in cui era scritto che sono aperte le iscrizioni al Servizio Civile per l’anno 2020. Ero con un’amica che mi ha incoraggiata ad iscrivermi ed è riuscita subito a convincermi dopo che mi parlò dell’esperienza che aveva avuto una sua conoscente.

Qualche giorno dopo ho aperto il sito per l’iscrizione e dopo un periodo di tempo sono uscite le graduatorie. Mi arrivò una telefonata da parte della referente per chiedermi conferma. Ho accettato subito di svolgere il mio servizio civile alla scuola dell’infanzia Luigi Massani di San Savino, nonostante tutte le difficoltà per raggiungere la sede.

A gennaio iniziò il mio servizio, lavorare con i bambini faceva parte dei miei ‘sogni impossibili’, ovvero cose che desidero tantissimo ma che per un motivo o un altro non posso raggiungere. La prima lezione che mi ha dato il Servizio Civile è che la parola ‘impossibile’ è solo un muro che costruiamo tra di noi e i nostri sogni.

Ho sempre amato i bambini e il loro mondo in cui è tutto piccolo ma grandissimo allo stesso tempo, in cui ci vuole un attimo per trasformare un sogno in realtà, in cui la semplicità è tutto, in cui si litiga per un giocattolo e si risolve il tutto con un abbraccio.

I bambini erano molto curiosi del mio velo e delle mie origini, mi facevano mille domande, e io cercavo di semplificare la risposta il più possibile. Ogni giorno che passa la curiosità dei bambini aumenta sempre di più, così la mia OLP (Operatore Locale di Progetto) mi ha proposto di preparare un’attività per far conoscere ai bambini il paese in cui sono nata. Ho preparato un cartellone con tantissime foto di luoghi, animali e cibi tipici del Marocco, su cui ho raccontato una storia per far conoscere il tutto in modo più divertente. Mi sono presentata con un vestito tradizionale da far innamorare tutte le bambine e ho accompagnato il tutto con una musica araba di sottofondo.

E’ stato uno dei momenti magici e bellissimi che ho trascorso nel mio servizio, gli occhi dei bambini erano pieni di curiosità e meraviglia. Mi sono chiesta come fanno quelle cose, che io considero normalissime per abitudine, a stimolare così tanta curiosità in loro, il mondo è pieno di cose ovvie che nessuno si prende mai la cura di osservare, ma per loro è sempre tutto nuovo da scoprire, ma soprattutto sempre tutto bellissimo.

Abbiamo fatto tantissime foto ed è stata una mattina piena di abbracci.

Il mio servizio procedeva tranquillamente fino a quando il Covid non ribaltò tutto. Ricordo ancora la telefonata che avevo ricevuto la domenica pomeriggio, in cui la mia OLP diceva che la scuola si sarebbe chiusa. Ero preoccupata ma fiduciosa nel fatto che presto sarei tornata a rivedere tutti i piccoli e giocare tutto il giorno fino a stancarci. Ho passato tutto il periodo di quarantena con formazioni online, in cui ho scoperto tantissime informazioni nuove sul mondo dell’educazione,  e video registrati per i bambini in cui proponevo laboratori e tante attività diverse, ci tenevo a mantenere il contatto con loro, anche se a distanza, per tranquillizzarli e far sentire loro la mia presenza nonostante tutto quello che stava succedendo.

Finalmente arrivò giugno e sono riuscita a tornare alla scuola di San Savino per preparare i libroni di fine anno con le educatrici. E’ stato emozionante riaprire il cancello ed entrare, mi guardavo intorno ed era tutto come prima, mancavano solo i bambini.

Mi sono tornati in mente tantissimi ricordi e solo in quel momento mi sono resa conto di quanto davvero mi mancavano tutti. Abbiamo organizzato la festa di fine anno all’aperto in un parco, siamo riuscite a rivedere tutti i piccoli, consegnare a loro i “diplomini” e liberare i palloncini nel cielo ed è stato bellissimo.

A giugno è partito il Centro Estivo ‘La Lucciola’ di Rimini, e ho svolto il mio servizio lì per tutta l’estate fino alla fine di agosto. Anche il centro estivo è stata un’esperienza particolare, in quanto considerata una piccola prova per far ripartire le scuole a settembre. Nonostante le mille restrizioni a cui fare attenzione ci siamo impegnati a fare andare tutto bene, a far passare bei momenti ai bambini con tantissime attività. Al centro estivo il numero dei bambini ovviamente era molto ristretto, nella mia sezione c’erano 5 bambini, ognuno con una personalità diversa, con una storia diversa, non erano gli stessi della scuola di San Savino, e appunto perché erano pochi si è costruito un rapporto molto più stretto rispetto a quando forse si ha a che fare con molti bambini.

Alla fine di agosto mi sono resa conto che anche questa volta mi sono affezionata ai piccoli più di quanto pensassi, e una lacrima nel salutarli l’ultimo giorno di centro estivo è scappata, sia con i piccoli, sia con le ragazze che hanno lavorato lì, educatrici e ausiliarie.

Nel complesso è stata un’estate impegnativa ma allo stesso fantastica e ricca di insegnamenti.

Il 14 settembre sono tornata a San Savino, emozionatissima e felice, non vedevo l’ora di rivedere i miei piccoli. Erano passati sette mesi e pensavo a chissà quanto erano cambiati, mi chiedevo se si ricordavano di me e di tutti i momenti in cui ho giocato con loro, di tutte le volte che correvamo ridendo in giardino, di tutti i pomeriggi passati stesi sui lenzuoli a dare forme alle nuvole, volavano coccodrilli, dinosauri, unicorni, e se si ricordano di tutti i nostri disegni, la musica e i balli.

Alle 7:50 di mattina io e le educatrici eravamo già pronte sulla porta ad aspettare i bambini, abbiamo appeso un gran cartellone sul cancello che diceva loro ‘Bentornati’ e abbiamo decorato tutte le scale con le foto degli ultimi momenti passati insieme prima della chiusura.

Il loro ingresso è stato pieno di affetto, sorrisi e lacrime di felicità asciugate subito per non farle notare.

Prima del Servizio civile non avrei mai immaginato di riuscire un giorno a vivere emozioni così forti con dei bambini, ad affezionarmi e piangere salutandoli, a sentire la loro mancanza così forte, e adesso molte volte mi capita di pensare a gennaio quando finirà il mio servizio, sento già una gran nostalgia, sento già la loro mancanza.

Sento di poter dire che questa è un’esperienza che mi ha cambiata tantissimo, come un amore che ti dà tutto e non ti toglie niente, mi ha dato la carica giusta per riprendere la situazione in mano, riprendere i miei studi che avevo interrotto cinque anni fa, questa volta con le idee chiare e obiettivi fissi.

Mi ha insegnato a capire cosa voglio davvero, dire ‘io voglio questo’ e fare di tutto per raggiungerlo. E tantissime volte sono stati i bambini per primi a guidarmi, a farmi vedere che con la gentilezza si arriva ovunque, i bambini sanno molte cose che noi grandi forse ci siamo dimenticati, che non bisogna per forza avere per dare, che basta sforzarsi perché a volte ci fermiamo a un centimetro dal nostro obiettivo e rinunciamo ai nostri sogni.

Ho imparato a volermi bene, a dare il valore giusto alle persone giuste, ho imparato che un sorriso cambia la giornata di tante persone. E davvero un grazie di cuore a tutti coloro che si sforzano a promuovere a fare continuare questo servizio, è un’opportunità d’oro che secondo me tutti i giovani non dovrebbero perdere, ricca di insegnamenti ed emozioni fortissime e uniche.

Wafaa
Operatrice volontaria in servizio civile presso la Scuola dell’Infanzia ‘Luigi Massani’, San Savino (Coop. Soc. Il Millepiedi).