Per me fare Servizio Civile ha significato venire in contatto anzitutto con altre persone, con altre culture ed altre idee. Sono ora circa a metà Servizio e sento di avere una migliore panoramica della struttura amministrativa italiana e del modo di funzionare di una istituzione culturale. Sento anche di aver conosciuto delle persone ricche di talenti e provenienti da percorsi molto diversi dal mio ed approdate al Servizio Civile in modo tutto loro.

Per questioni di privacy non posso essere io a raccontare le loro storie, ma posso raccontare la mia e la storia di una giornata che mi ha colpito. Doveva essere una giornata con dei laboratori, un paio e poi basta, avremmo chiuso. Si è invece rivelata una delle giornate più folli che avrei mai affrontato. La prima classe arriva in ritardo, rendendo difficoltosa una didattica già molto incastrata, già a tempi stretti. La seconda classe è invece in anticipo. Ora gli spazi occupati sono gli stessi per le due classi, devono togliere i giacchetti ed iniziare la visita. Quando la situazione pare essersi stabilizzata arriva anche una terza classe. In caso fosse sfuggito al lettore erano previste due, non tre classi, quindi ovviamente non erano previsti degli operatori che seguissero la terza classe nella visita al museo. Qui è stata la volta in cui siamo riusciti a chiudere la giornata senza intoppi solo collaborando tra noi ed aiutandoci a vicenda. Insieme siamo riusciti a tirare fuori abbastanza idee da poter parlare ed intrattenere le classi in settori diversi tutti contemporaneamente, valorizzando i talenti di ciascuno.

Per quanto riguarda la dimensione personale sento di essere cambiato molto, in diversi aspetti. Gestione di incarichi e responsabilità affidati, gestione e programmazione didattica e soprattutto delle interazioni con altri colleghi di lavoro, sia di persona che per via telematica. Non è un dato secondario riuscire a capire come relazionarsi in modo ottimale con altre persone anche molto diverse da te e a volte senza essere in grado di vedersi. Ho capito come poter affrontare una visita museale, come impostarla e come condurla nel modo migliore. Tutto questo è stato possibile anche grazie alla particolare situazione ed al particolare clima di fiducia che caratterizza la struttura del museo: fiducia ed aspettative alte nei confronti dei volontari in Servizio Civile che sono da subito inseriti nel meccanismo comunale in modo fluido e cosciente.

C’è una grande unità di intenti nella programmazione delle attività museali, una direzione che mira alla qualità dell’insegnamento e della offerta formativa. Il fatto di avere una unità di intenti in questa direzione compensa l’organizzazione limitata e le limitate potenzialità organizzative e logistiche di una struttura piccola come quella museale che vede tra i dipendenti solo il custode e la direttrice. Ho sentito una grande carica di stima e di apprezzamento.

Lorenzo Maria Santini