PERCHÉ INTRAPRENDERE IL SERVIZIO CIVILE?!

Vi racconterò cosa ha spinto me a farlo.

Quando ho deciso di intraprendere questa esperienza mi avviavo verso il termine del mio percorso di studi da Educatrice, piena di domande e incertezze rispetto al mio futuro lavorativo.

Solo una cosa mi era chiara, la voglia di sentirmi utile e dare il mio contributo nella società e la curiosità/ propensione rispetto a quella tipologia di utenza che molto spesso viene scarsamente considerata, gli anziani.

Il progetto di A.S.P Valloni, “un anziano per amico”, racchiudeva al suo interno tutto quel mondo così prezioso e pieno di potenzialità nascoste a cui volevo avvicinarmi. 

All’avvio del progetto il mio entusiasmo era palpabile.

Ogni giorno ero elettrizzata e curiosa di vedere cose nuove e creare relazioni con gli ospiti del centro.

La realtà presentata al suo interno mi ha permesso di conoscere storie di vita emozionanti; persone con trascorsi che mai mi sarei potuta prefigurare.

È necessario puntualizzare che avvicinarsi ad anziani con demenza e difficoltà di vario tipo non è sempre facile, soprattutto con la pandemia in corso.

Se all’inizio di questa avventura non era stata da subito chiara l’importanza ed il carico (anche emotivo) che il ruolo di volontario del servizio civile ricopre in questo determinato ambiente, lo scoppio del Covid-19 ha reso tutto più chiaro e intenso.

In principio, il nostro ruolo era quello di compagnia; un giovane che con la sua energia decide di investire parte del suo tempo per accompagnare e strappare un sorriso agli anziani della nostra società.

Di per se la situazione era già emotivamente soddisfacente e densa di emozioni, di certo non eravamo in un luogo in cui prestare servizio non prevedesse un impegno di questo genere, ma con l’arrivo di restrizioni e limitazioni da parte del Governo tutto questo si è amplificato.

Vedere con i propri occhi gli effetti del distacco degli ospiti dai propri parenti (causa Covid) è stata una delle esperienze che più mi resterà nel cuore di questo servizio.

Se prima le giornate prevedevano una routine familiare in cui si accompagnavano gli ospiti nei momenti di vita quotidiana e nello svolgersi di attività di intrattenimento, di punto in bianco si è sentita la necessità di accompagnarli nell’accettazione della situazione che si stava svolgendo al di fuori di quelle mura, piena di incertezza e distanza obbligata.

Quella carezza che all’inizio poteva essere un gesto d’affetto si trasformava in un momento in una minaccia pericolosa.

È stato difficile assistere al distacco necessario degli anziani dai loro parenti, come lo è stato in primis il non poter più avere uno scambio di affetto con loro.

Tutto questo però ha portato alla scoperta di ciò che mai mi sarei aspettata.

Si cominciava a comunicare con gli sguardi, con parole dosate, con modi alternativi di far sentire vicinanza e presenza a persone che vivono nell’incertezza e spesso anche nell’incomprensione della vera situazione che si stava svolgendo fuori.

Nonostante non sia ancora al termine di questa esperienza, mi sento di affermare che ogni giornata spesa all’interno di questa avventura mi ha fatto tornare a casa con un forte senso di soddisfazione ed utilità, regalandomi al tempo stesso emozioni e relazioni che mai mi sarei aspettata di poter incontrare.

Cecilia

Operatrice volontaria in servizio civile presso A.S.P Valloni Marecchia

Non avrei mai pensato che questa esperienza mi avrebbe fatto riflettere così tanto.

Mi ricordo all’inizio era tutto così nuovo, così lontano dalla realtà che viviamo ogni giorno, eppure c’erano loro che ti coloravano le giornate.

Ogni singolo gesto, ogni singola carezza, ogni singolo sorriso, ti fa capire il perché decidi di intraprendere quella strada e passare un anno insieme a loro.

Una cosa mi porterò per sempre con me: l’importanza della vita.

Quando vedi le persone al termine del loro percorso capisci che devi vivere appieno le giornate, perché in un attimo gli anni passano anche per te. 

Quest’esperienza, ti fa crescere, maturare e prendere consapevolezza  e  la cosa più bella è che ogni giorno ti fanno sorridere il cuore.

Erika

Operatrice volontaria in servizio civile presso A.S.P Valloni Marecchia

Il servizio civile è una grande opportunità umana e di crescita personale della durata di un anno.

Ci sono tante esperienze che ci possono aiutare, perché proprio il servizio civile? Perché il progetto “Un anziano per amico”?

Quando ho deciso di partecipare al bando ho pensato alle mie potenzialità e ai miei interessi personali e non ho avuto dubbi. Questo progetto racchiude in sé un mondo poco esplorato dai giovani, una realtà parallela, lontana, stereotipata. Quando ho iniziato, seppur avessi appena terminato un Master relativo ai disturbi della memoria e alle demenze..  volevo poter “oltrepassare” il sapere e conoscere a livello reale, emotivo ed umano ciò che davvero è l’Essere anziano. Ora siamo quasi al capolinea di questa esperienza, ci sono stati momenti di difficoltà come in ogni percorso, momenti in cui le emozioni degli altri diventano le tue e non sempre è facile interpretarle, dargli un nome, gestirle e capirle. Questa è la relazione!

Viviamo di relazioni, sono il motore della vita…

Le persone che ho conosciuto, i loro nomi, le loro vite hanno lasciato traccia dentro me.

Il linguaggio di alcuni è difficoltoso comprenderlo, ma i gesti hanno un grande potenziale; il corpo ci viene in aiuto quando la mente non è capace di lasciare da parte il razionale.

Quindi grazie. Grazie a coloro che hanno fatto parte con me a questa grande esperienza, alle persone che hanno creduto in questo progetto. Ai ragazzi che hanno percorso questi mesi insieme a me, dandomi forza, supporto e sorrisi.

Questo periodo di grande difficoltà (relativo alla situazione Covid ) che sta mettendo tutti a dura prova, ci vuole mostrare un lato diverso della medaglia: l’importanza della relazione con l’Altro!

Silvia

Operatrice volontaria in servizio civile presso A.S.P Valloni Marecchia

Quando penso a questa esperienza, penso al periodo trascorso da Gennaio (quando ho iniziato) a Marzo: è stato meraviglioso. Stare insieme, nei tre nuclei, potersi abbracciare, baciare, suonare insieme, giocare e farsi raccontare le loro storie passate. Tutto molto bello.

Guardando avanti, mi rendo conto di trascorrere questo periodo attuale in maniera differente; le cose sono diverse rispetto a prima. Alcuni anziani mi hanno detto che alcuni comportamenti del mio carattere sono cambiati, spero che tutto possa tornare come un tempo.

Peace

Operatore volontario in servizio civile presso A.S.P Valloni Marecchia

ESPERIENZA ALL’ASP VALLONI

All’inizio quando ho preso la decisione di fare quest’esperienza, non mi sarei mai aspettata di vivere certe emozioni e momenti, perchè avevo già avuto un’esperienza di questo genere.

Invece mi sto stupendo tanto perché sto imparando ed ho imparato tante cose.

Stare con gli anziani con Alzheimer, ti fa pensare tanto, devi avere molta pazienza, mettersi di impegno ed ascoltarsi.

Quest’esperienza però ti insegna anche a relazionarti con i colleghi che ci sono nel nucleo, ma anche negli altri nuclei.

Ho capito che come lavoro voglio aiutare gli altri e anche imparare da questo, mi sento e sto bene quando lo faccio, perché loro mi danno tanto.

Mi sta facendo crescere quest’esperienza e ci sto bene.

Quando finirà mi mancherà venire qui quasi tutti i giorni, stare con loro e tenergli compagnia.

Miriana

Operatrice volontaria in servizio civile presso A.S.P Valloni Marecchia