Ciao a tutti, mi chiamo Lucchetti Erika, ho 22 anni e presto servizio presso la scuola media di Cattolica “Emilio Filippini”. Questo progetto permette ai ragazzi dai 18 ai 28 anni di dedicare un anno della propria vita al bene comune e viene richiesto un impegno complessivo di 1.145 ore (comprensive di formazione) nell’arco dell’intero anno, ai quali spetta un indennità mensile di 439,50 €, ed in cui si ha diritto a 20 giorni di permesso e 15 giorni di malattia. Al termine di tutto ciò, viene rilasciato l’attestato di partecipazione con l’indicazione dell’Ente e del progetto.

Ho scelto di intraprendere questa esperienza perché il mondo della scuola e degli studenti mi ha sempre appassionato ed incuriosito, ma soprattutto perché, dopo un lungo periodo di lockdown, sentivo il bisogno di rendermi utile in qualcosa e di dare una mano a chi più ne aveva bisogno. Così ho deciso di scegliere la scuola media anche se inizialmente ero un po’ titubante nel farlo perché, avendo una decina d’anni in più dei ragazzi ed essendo ancora molto giovane, pensavo che sarebbe stato più difficile creare un rapporto con loro e che non mi avrebbero vista come una figura a cui portare rispetto, essendo loro in un’età in cui è appena iniziata l’adolescenza. Nonostante ciò, questo pensiero è stato subito abbattuto. Già dai primi giorni mi sono trovata molto bene, sia con gli insegnanti sia con i ragazzi. Ho svolto diverse attività, tra le quali supporto e affiancamento in classe, apprendimento della lingua italiana con gli alunni stranieri e compiti semplificati con ragazzi dislessici. Quando venivano interrogati e prendevano bei voti per me era una soddisfazione immensa e allora ho capito di essere sulla buona strada.

Ma non sempre le cose sono andate per il verso giusto. Ad esempio, quest’estate, durante i corsi di recupero, c’erano ragazzi abbastanza agitati che disturbavano durante la lezione e spesso non ascoltavano i professori e tanto meno me. A quel punto, la professoressa Matilde, insegnante di matematica, decise di svolgere delle attività ricreative, creando quindi un gioco all’aperto dove far imparare la materia in modo divertente ed efficace ai ragazzi. Era una sorta di ruba bandiera in cui l’insegnante assegnava ai ragazzi dei numeri o delle frazioni e lei spiegava il gioco in modo che loro potessero apprendere più facilmente le varie formule matematiche. Questa qui di fianco è una foto dove i ragazzi si divertivano e correvano per prendere la bandiera.

Devo dire che anche nelle situazioni più problematiche, si sono comunque riscontrati risultati positivi. Un altro problema era con i ragazzi stranieri, perché avevano bisogno di imparare anche le regole fondamentali dell’italiano. Non è stato difficile, perché si è creata una grande collaborazione da parte degli studenti e sono fiera di come loro abbiano saputo affrontare il problema della lingua e di come adesso siano in grado di avere gli strumenti necessari per superare gli ostacoli che avevano a inizio anno. Questa è una foto dei ragazzi stranieri che studiavano con me l’italiano.

Devo ammettere che studiare di nuovo insieme agli alunni, mi ha fatto emergere diversi ricordi di argomenti trattati durante il mio periodo da studentessa, facendomi sentire ogni giorno più ricca. Questa parola non rappresenta solamente il fattore di ricchezza in ambito culturale, ma anche ciò che mi trasmettono gli alunni ogni mattina facendomi tornare a casa con il sorriso. Vedere tutti i giorni i ragazzi che ti salutano appena ti incontrano nei corridoi o semplicemente quando varchi la porta della scuola è qualcosa di inspiegabile. Sentirsi dire: “voglio ripetizioni da te di pomeriggio”, “sarò triste quando tu te ne andrai” o vederli esultare felici appena entro in classe e supplicarmi di rimanere quando devo cambiare classe, non sono cose che capitano tutti i giorni. Penso di essergli entrata nel cuore, come loro lo sono entrati nel mio.

Una volta finito il Servizio Civile sicuramente mi porterò con me tantissimi bei ricordi di esperienze vissute con insegnanti e studenti, ma anche con i miei colleghi. Penso di aver ottenuto tantissimo arricchimento grazie ai corsi di formazione svolti durante quest’anno. È un’esperienza che consiglio vivamente a chiunque di intraprendere: ti forma, ti fa cambiare prospettiva sul rapporto tra studente e insegnante, ma soprattutto ti fa crescere.

Lucchetti Erika

Operatrice volontaria presso Istituto Emilio Filippini Cattolica