La mia esperienza di servizio civile iniziò quasi per caso, come quasi per caso sono capitato nel progetto di cui faccio parte. Un mio caro amico mi inviò un link e con tono scherzoso: “ci iscriviamo al bando?”.

Non so bene che cosa fece scattare in me il prendere sul serio quella proposta, forse il fatto che per un anno intero sarei rimasto impegnato in qualcosa, forse quel rimborso spese di 439,50 euro mensili, forse l’equiparazione ad un anno di servizio per la Pubblica Amministrazione oppure la possibilità di riscattare l’anno ai fini previdenziali. Comunque sia, ad accomunare tutto ciò, era sicuramente la possibilità di fare qualcosa che alla fine si sarebbe rivelata in qualche modo utile.

Scegliere solo uno fra la varietà di progetti disponibili mi creò molte indecisioni. Iniziai subito scartando quelli legati all’assistenza ed alle case di riposo (per questioni legate al Covid, nulla contro gli anziani) ed alla fine decisi di buttarmi nell’area più ambita, quella delle biblioteche.

Conscio del fatto che musei e biblioteche sono i progetti con più domande in assoluto e pochissimi posti a disposizione, decisi comunque che per un anno avrei voluto fare qualcosa per cui provavo interesse. Ovviamente dopo il colloquio risultai idoneo ma non selezionato.

I giorni successivi mi ero ormai abituato all’idea che la mia esperienza di servizio civile non sarebbe mai incominciata. Sempre per caso però, vista la possibilità per gli idonei non selezionati di iscriversi ad altri progetti rimasti con posti vacanti, decisi di effettuare una lunga ricerca per poi trovare posto presso una scuola di Riccione.

Il mio servizio iniziò verso fine maggio, dove mi venne assegnata dalla mia OLP una classe di seconda media. Il progetto “Io tu noi… insieme per costruire la nostra comunità” del quale faccio parte prevede una serie di compiti che possono essere sintetizzati in attività di tutoraggio scolastico, stando spesso dentro la classe ed affiancando i professori.

Protagonista di questo racconto è però il caso e sempre il caso vuole che dopo le prime due o tre settimane la scuola finì. Nel periodo estivo è infatti previsto che, data la chiusura delle scuole, il volontario venga spostato in un centro estivo. A primo impatto potrebbe sembrare un luogo di ripiego, ma ad oggi tendo ad identificare il mio servizio civile in quei soli due mesi passati in quella realtà fantastica.

Potrei raccontare delle giornate al mare, delle gite a Fiabilandia, degli scivoli d’acqua al Beach Village, delle arrampicate all’Adventure Parko delle piscine termali alle Perle d’acqua. Quello che conta è che da questa esperienza, la quale custodirò gelosamente dentro di me come un bellissimo sogno, rimarranno tanti sorrisi da parte dei bambini e soprattutto tanto divertimento passato con gli altri educatori, i quali ringrazio per avermi trattato come uno di loro.

Tornando alla mia realtà scolastica, direi che attualmente mi sento abbastanza soddisfatto. Ogni giornata faccio qualcosa di diverso, certe volte sto in classe ad affiancare alunni con difficoltà (soprattutto in matematica), altre volte sono di supporto ad insegnanti di sostegno ed altre volte, nei tempi morti, ne approfitto per studiare qualcosa. Questo genere di libertà  nelle mansioni da svolgere e di flessibilità degli orari è sicuramente uno dei benefici che apprezzo di più.

Se dovessi scegliere una delle qualità professionali che più mi sento di aver appreso sarebbe sicuramente quella dell’essermi abituato con sicurezza e disinvoltura a stare in una classe colma di studenti. Qualità da non sottovalutare dato che il mio obiettivo è quello di diventare un insegnante.

Tommaso Pingi

Operatore volontario presso Coop. Soc. il Millepiedi