IL SERVIZIO CIVILE

Ci sono strade che inizi a percorrere senza sapere dove ti porteranno. Non sai chi incontrerai, cosa imparerai, quando e come arriverai alla fine. Potrai decidere di fermarti subito, o dopo un po’, o di arrivare strenuamente al termine. Tutto è in divenire, anche tu. E intanto la vita scorre.

A volte è molto monotono: la sveglia sempre alla stessa ora, per arrivare in ufficio sempre alla stessa ora, e nel mezzo la colazione, i denti, la macchina, il traffico, il caldo d’estate, la pioggia d’inverno. In questa routine però c’è la sfida quotidiana di imparare, di mettersi in discussione, di essere al servizio dell’altro che è davanti a te; di conseguenza saper ascoltare, guardare e capire che al di là di quel viso che si ha di fronte c’è un’altra vita, oltre a quegli occhi c’è un cuore stanco, che quelle mani sono provate dal lavoro e le ferie sembrano sempre troppo lontane. E così quella che sembrava monotonia diventa ricerca costante di equilibrio tra forza e delicatezza, tra entusiasmo e silenzio.

Ci sono strade che inizi a percorrere senza bagaglio, sguarnito, e poi ti ritrovi alla fine che non sai più come fare a portare tutto con te. Ti senti pieno, quasi debordante. Il merito è di tutte le persone che ti si sono avvicinate, vincendo la tua e la loro propria diffidenza. È così che ho incontrato Erica e la sua precisione, Mallak e le sue mille domande, l’ilarità di Soul, l’altruismo di Alice, lo zelo di Sara ed Eleonora, il sorriso scanzonato di Jacopo, i sospiri e la pazienza di Chiara che non sono altro che un modo per nascondere l’affetto.

Ci sono strade che inizi a percorrere e non ci credi che sei alla fine e ne stai scrivendo per tirare le somme. Cosa rimane di undici mesi di Servizio Civile? Oltre all’esperienza formativa, lavorativa, oltre alle nozioni apprese, alla serietà necessaria? Rimangono i valori: dell’amicizia, della fatica che porta ai risultati, dell’accoglienza intesa come comprensione dell’altro, del saperlo accettare senza giudicare e prima ancora del saper comprendere se stessi, del saperci perdonare e accettare.

Questo mio Servizio Civile rimarrà come un ricordo luminoso.

Buon cammino compagni e compagne, ci vediamo al prossimo crocevia.