Il servizio civile nasce dall’obbiezione di coscienza, come alternativa alla leva militare obbligatoria, e consiste in attività non militari svolte al servizio del Paese e fondate sui principi della pace e della nonviolenza.

Un’esperienza di un anno nella quale ci viene data la possibilità di metterci a disposizione della collettività,al fine di partecipare attivamente al suo miglioramento e progresso sociale, un donare se stessi finalizzato ad accompagnare e contrastare la povertà , il disagio e le sue sfaccettature.

Arrivati a metà del nostro servizio civile ci sentiamo pronti a condividere come l’aiutare il prossimo ci abbia resi più consapevoli sulla realtà che ci circonda e che tutti noi viviamo quotidianamente.

Le vie attraverso cui abbiamo raggiunto tale consapevolezza sono state due, i nostri due progetti, “Mano nella mano” e “Finestra sul mondo”.

Il primo è un progetto di assistenza agli anziani e alle persone che per diverse ragioni non sono considerate autosufficienti; il nostro compito consiste nella preparazione e consegna domiciliare dei pasti, ma non solo! Diamo infatti importanza anche a un altro dei loro bisogni primari, la relazione umana, che assistiamo con presenza, empatia e caloroso impegno, facendo trascorrere a queste persone piacevoli momenti in compagnia.

Finestra sul mondo invece è un progetto che, come indica il suo stesso nome, richiama l’affacciarsi su un insieme di realtà, osservandole da una finestra aperta, che permette un dialogo con l’altro.

Sono finestre tutti i servizi che il progetto comprende come il Centro di Ascolto, l’Emporio solidale, l’Housingfirst e l’Osservatorio delle povertà e delle risorse.

Finestre aperte sull’altro, da aprire e a cui affacciarsi insieme per guardare verso la stessa direzione: l’autonomia e la stabilità dell’individuo stesso.

Finestra che ci permette di scrutare e, con successivo impegno, comprendere la società e le sue varie dinamiche.

Dinamiche che troppo spesso ci dimentichiamo o – più sinceramente – ignoriamo volontariamente, perché incapaci di poter dare soluzioni e disinteressati nel dare un contributo nella ricerca delle soluzioni stesse.

Per noi, che abbiamo deciso di metterci in difesa di diritti tanto alti, che abbiamo deciso di rappresentare la comunità nella sua forma più umana e altruistica, non è più possibile ignorare e disinteressarci a ciò. Per quanto il nostro servizio ripudi la guerra come offesa alla dignità umana, ci rendiamo conto di combattere ogni giorno la più importante delle battaglie, quella per il prossimo.

E forse è proprio questa la ricompensa che il servizio civile ci ha davvero dato finora, il poter essere introdotti alla più sana ed eroica forma di cittadinanza attiva.

Antonio, Alice, Enelda, Kevin, Veronica, Jessica, Lorenzo

Operatori volontari presso Caritas Diocesana Rimini