Questa è stata la domanda “retorica” che mi sono posto quando ho letto sui social network la notizia della pubblicazione del bando del Servizio Civile 2021/2022. Conoscevo già il Servizio Civile dalle scuole superiori in quanto ricordavo di un incontro in cui tre ragazzi volontari vennero, classe per classe, a parlare della loro esperienza. Durante la laurea però ho preferito concentrarmi solo sullo studio, oltre ad altre piccole attività che già svolgevo. Una volta laureatomi, invece, mi sono posto in una ottica di apertura a diverse esperienze. E ora, a 24 anni – quasi 25, ormai – mi son detto: perché no?

Sono Massimo, nel febbraio 2022 mi sono laureato in Giurisprudenza. Prima di terminare il percorso di studi però già mi stavo guardando attorno riguardo quelle esperienze “riempitive” del curriculum: tirocini post-lauream, titoli ulteriori… Mi illumina la notizia del bando: senza pensarci due volte, prendo dimestichezza col portale ministeriale e mi iscrivo. Mi ha colpito in particolare un progetto, quello dell’AUSL Romagna, riguardante la comunicazione negli URP. L’argomento della mia tesi di laurea mi ha guidato nella scelta: “Il trattamento algoritmico dei dati sanitari”. E quindi perché non ampliare il proprio percorso formativo/lavorativo con una esperienza diretta negli uffici dell’AUSL, dove avrei toccato con mano l’aspetto dei dati sanitari, il fascicolo sanitario elettronico e tanti aspetti simili? Ad oggi, posso dirmi soddisfatto della mia scelta, nonostante abbia iniziato questa esperienza da soli tre mesi.

La giornata non ha un percorso rigido e scaglionato da seguire: in azienda sanitaria, in particolare nell’URP, si vede davvero di tutto e di più, ma senza preoccuparsi troppo perché con noi volontari c’è sempre la nostra OLP, ovvero la nostra “tutor/referente” (la quale, per fortuna, è una persona di vero cuore) e gli altri dipendenti dell’ufficio, tutti in gamba! Ci sono tante attività da compiere e sono sempre svariate: si passa dal registrare elogi, reclami e suggerimenti degli utenti e pazienti, a cercare di accoglierli e guidarli nelle loro gioie, quando ce ne sono, e purtroppo nei loro dolori ed affanni.Oltre ciò, ci sono le chiamate da effettuare per contattare gli utenti bisognosi: questo è un aspetto particolare dell’azienda sanitaria. Diciamo che le pubbliche amministrazioni spesso sono percepite così lontane dai singoli, eppure basta poco per renderle così vicine.

Un po’ di volontà e un sorriso al giorno in più a chi ne ha bisogno (perché chi si reca in AUSL ha sempre un bisogno concreto da soddisfare) ed ecco che, nel mio piccolo, potrei rendere tranquilla e felice una persona. La cosa più bella è sentire un sospiro di sollievo da parte di una persona bisognosa, che può essere un anziano quanto un ragazzo della nostra età. Perché un sospiro di sollievo, da parte di una persona prima di uscire dall’ufficio oppure prima di agganciare la cornetta, è sinonimo di cuore più leggero. E un cuore più leggero è sinonimo di felicità.

Massimo Festosi

Op. volontario in Servizio Civili presso l’URP Rimini – AUSL Romagna